Archeologia,  Scoperte

Nuova scoperta a Pompeii – La tomba di Marcus Venerius Secundio

Rinvenuta a Porta Sarno la tomba di Marcus Venerius Secundio con resti umani mummificati, vediamo meglio insieme di cosa si tratta.

La tomba di Marcus Venerius Secundio svelata dal Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - ©Parco Archeologico di Pompei

Una nuova scoperta a Pompeii

Dopo i rinvenimenti del bellissimo thermopolium della Regio V (qui, qui e qui ho trattato questo argomento) e dell’altrettanto straordinario carro da parata di Civita Giuliana (ve lo ricordate? Ve ne ho parlato qui), i recenti scavi promossi dal Parco Archeologico di Pompei e dall’Università Europea di Valencia, hanno portato alla luce alcuni resti umani mummificati, capelli e ossa riconducibili ad un individuo inumato in una antica sepoltura, rinvenuta presso la necropoli di Porta Sarno, a est dell’antico centro urbano di Pompei.

La tomba di Marcus Venerius Secundio - ©Parco Archeologico di Pompei
La tomba di Marcus Venerius Secundio - ©Parco Archeologico di Pompei

Sulla lastra marmorea posta sul frontone della tomba un’iscrizione commemorativa del proprietario Marcus Venerius Secundio rievoca, straordinariamente, lo svolgimento a Pompei di spettacoli in lingua greca, mai prima attestati in maniera diretta.

““Pompei non smette di stupire e si conferma una storia di riscatto, un modello internazionale, un luogo in cui si è tornati a fare ricerca e nuovi scavi archeologici grazie alle tante professionalità dei beni culturali che, con il loro lavoro, non smettono di regalare al mondo risultati straordinari che sono motivo di orgoglio per l’Italia” – Ha dichiarato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini.

La tomba di Marcus Venerius Secundio - ©Cesare Abbate

La struttura sepolcrale, risalente agli ultimi decenni di vita della città, è composta da un recinto in muratura, sulla cui facciata si conservano tracce di pittura: si intravedono piante verdi su sfondo blu.

Cosa sappiamo di Marcus Venerius Secundio?

Il nome di Marcus Venerius Secundio oltre che sull’iscrizione commemorativa da poco scoperta, compare anche nell’archivio di tavolette cerate del banchiere pompeiano Cecilio Giocondo (Caecilius Iucundus), proprietario della domus omonima su via Vesuvio. Sappiamo che si trattava di uno schiavo pubblico e custode del tempio di Venere.

Una volta liberato, aveva raggiunto un rilevante status sociale ed economico, come lascia supporre non solo la tomba piuttosto monumentale, ma anche l’iscrizione che l’accompagna: oltre a diventare Augustale, ovvero membro del collegio di sacerdoti dediti al culto imperiale, viene ricordato che:diede ludi greci e latini per la durata di quattro giorni”.

“Ludi graeci è da intendere come spettacoli in lingua greca – commenta il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – è la prima testimonianza certa di esibizioni a Pompei in lingua ellenica, ipotizzate in passato sulla base di indicatori indiretti. Abbiamo qui un’altra tessera di un grande mosaico, ovvero la Pompei multietnica della prima età imperiale, dove accanto al latino è attestato il greco, all’epoca la lingua franca del Mediterraneo orientale. Che si organizzassero anche spettacoli in greco è prova del clima culturale vivace e aperto che caratterizzava l’antica Pompei, un po’ come l’esibizione straordinaria di Isabelle Huppert nel Teatro Grande poche settimane fa, in lingua francese, ha dimostrato che la cultura non ha confini.”

La sepoltura, i resti umani e il corredo funerario

Non meno eccezionale dell’iscrizione risulta però anche la sepoltura di Marco Venerio Secundio. Lo scheletro rinvenuto al suo interno è uno di quelli meglio conservati ritrovati nella città antica.

La tomba di Marcus Venerius Secundio - ©Parco Archeologico di Pompei

Il defunto fu inumato in una piccola cella di 1,6 x 2,4 metri posta alle spalle della facciata principale, mentre nella restante parte del recinto sono state individuate due incinerazioni in urna, una delle quali presenta in un bellissimo contenitore in vetro appartenente a una donna di nome Novia Amabilis.

Stele di Novia Amabilis - ©Parco Archeologico di Pompei

La sepoltura di Marco Venerio si contraddistingue per l’insolito rito funerario adottato, considerando che si trattava di un uomo adulto di più di 60 anni, come emergerebbe da una prima analisi delle ossa ritrovate all’interno della camera funeraria.

L’ambiente ermeticamente chiuso del vano ha creato le condizioni per lo stato di conservazione eccezionale in cui è stato trovato lo scheletro, con capelli e un orecchio ancora visibili.

La tomba di Marcus Venerius Secundio, particolare - ©Parco Archeologico di Pompei

Oltre ai resti sono stati recuperati anche degli elementi di corredo, tra cui due unguentaria in vetro e numerosi frammenti di ciò che sembrerebbe essere un tessuto.

“Bisogna ancora comprendere se la mummificazione parziale del defunto è dovuta a un trattamento intenzionale o meno – ha spiegato il professor Llorenç Alapont dell’Università di Valencia – In questo l’analisi del tessuto potrebbe fornire ulteriori informazioni. Dalle fonti sappiamo che determinati tessuti come l’asbesto venivano utilizzati per l’imbalsamazione. Anche per chi come me si occupa di archeologia funeraria da tempo, la straordinaria ricchezza di dati offerti da questa tomba, dall’iscrizione alle sepolture, ai reperti osteologici e alla facciata dipinta, è un fatto eccezionale, che conferma l’importanza di adottare un approccio interdisciplinare, come l’Università di Valencia e il Parco Archeologico hanno fatto in questo progetto”

I resti umani e organici trovati nel recinto funerario di Porta Sarno sono stati portati al Laboratorio di Ricerche Applicate nel sito di Pompei, dove sono stati sottoposti a interventi di analisi e di conservazione. Al tempo stesso, il Parco Archeologico ha avviato una serie di interventi di messa in sicurezza, volti a garantire la manutenzione della necropoli di Porta Sarno nelle more della definizione di un più ampio progetto di restauro e fruizione dell’area.

La necropoli attualmente non è visitabile in quanto ubicata al di là della linea ferroviaria della Circumvesuviana, ma il Parco ha avviato uno studio di fattibilità per includerla nell’area aperta al pubblico.

Formatesi presso l’Università degli Studi di Torino, dove ha conseguito la laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali e la specialistica-magistrale in Storia del Patrimonio Archeologico e Storico-Artistico, si è specializzata all’Università degli Studi di Milano diplomandosi in Beni Archeologici. Libero professionista, si occupa di archeologia informatica e virtual heritage, allestimenti museali, grafica 2d e prodotti multimediali applicati ai Beni Culturali. Collabora con diversi enti pubblici e privati nell’ambito di progetti relativi la ricerca, valorizzazione, comunicazione e promozione dei Beni Culturali. Si occupa della creazione di percorsi culturali relativi all’intera Penisola italiana e dello sviluppo di contenuti (creazione di testi e produzione fotografica) per pubblicazioni cartacee e virtuali. Tra i suoi interessi di studio si hanno lo sviluppo di nuove tecniche e mezzi di comunicazione per la valorizzazione dei Beni Culturali e l’evoluzione della simbologia del potere tra Tardoantico e Altomedioevo.

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