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Civita di Bagnoregio: la città che muore

Oggi vi parlo di un borgo italiano veramente particolare e che sicuramente merita una visita. Si tratta di Civita, una frazione del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, in Lazio.

Il borgo è talmente incantevole da essere stato inserito nell’elenco dei borghi più belli d’Italia, e questo nonostante la definizione di “La città che muore” dategli dallo scrittore Bonaventura Tecchi, che ivi trascorse la sua giovinezza.

“Ed è rimasta un attimo così, lieta e pensosa, contro quello sfondo balenante di scrimi bianchi e di abissi paurosi, come se la bellezza di un viso di donna che scende nel cuore di un uomo sia veramente una delle cose più dure a morire in questa breve, fuggevole vita.”
– Bonaventura Tecchi, “Antica terra” (1947)

Il borgo di Civita Bagnoregio, Fonte Thinkstock

Civita di Bagnoregio

Civita di Bagnoregio ha una storia antichissima alle sue spalle, risalente a circa 2500 anni fa, la città fu fondata nel III secolo a.C. dagli antichi Etruschi, lungo una delle più importanti vie di comunicazione fra il fiume Tevere e il lago di Bolsena.

A rendere famoso il borgo di Civita purtroppo non è la sua antica origine, bensì la progressiva erosione della collina e della vallata circostante che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi. La continua erosione infatti rischia di far scomparire l’intera frazione, da qui il nome di “La città che muore” conferitogli da Bonaventura Tecchi. Pensate che uno studio effettuato sul borgo ha rilevato un’erosione media di circa 7 centimetri all’anno e si è valutato che solo negli ultimi 500 anni la sua superficie si sia ridotta del 20-25%!

Cosa sono i calanchi?

I calanchi sono un fenomeno geomorfologico di erosione del terreno che si produce per l’effetto di dilavamento delle acque su rocce argillose degradate, con scarsa copertura vegetale e quindi poco protette dal ruscellamento. I calanchi sono (più semplicemente) dei profondi solchi nel terreno lungo il fianco di un monte o di una collina.

I calanchi, Fonte Thinkstock

Il borgo ospita il “Museo Geologico e delle Frane” , un museo diffuso nel territorio, che costituisce il punto centrale delle iniziative dedicate al problema dell’erosione. Tale problema in realtà fu fortemente percepito anche in antico, infatti già all’epoca della fondazione etrusca della città, furono attuati diversi interventi con lo scopo di proteggere il sito dai terremoti e dagli smottamenti ricorrenti, arginando fiumi e costruendo canali di scolo per il corretto deflusso delle acque piovane. Sotto la successiva conquista romana si cercarono di attuare ulteriori interventi che tuttavia furono progressivamente trascurati dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente.

Sappiamo che gli Etruschi fecero di Civita, di cui non conosciamo l’antico nome, una fiorente città, proprio grazie alla sua vicinanza con le più importanti vie di comunicazione dell’epoca, che ne favorirono la posizione strategica in ambito commerciale. Tracce della sua origine etrusca sono individuabili nell’organizzazione urbanistica dell’abitato, che pare conservare un’organizzazione in cardi e decumani secondo la tradizione etrusca e poi romana, mentre l’intero rivestimento architettonico risulta riconducibile all’età medievale e rinascimentale.

Il borgo di Civita Bagnoregio, Fonte Thinkstock

Numerose testimonianze della sua fase etrusca sono ancora oggi visibili, come il suggestivo “Bucaione”, un profondo tunnel che incide la parte più bassa dell’abitato, e che permette l’accesso diretto al paese dalla sottostante Valle dei Calanchi. Questa si compone di due valli principali, il Fossato del Rio Torbido e il Fossato del Rio Chiaro, e si estende tra il Lago di Bolsena a Ovest e la Valle del Tevere a Est.

Ulteriori attestazioni del passato etrusco sono individuabili nelle numerose tombe a camera, presenti alla base della rupe su cui sorge Civita e nelle pareti di tufo limitrofe che, nel corso dei secoli, furono in gran parte fagocitate dalle innumerevoli frane. Necropoli etrusche risultano anche attestate presso la zona detta di San Francesco vecchio – nella rupe sottostante il belvedere omonimo – e ancora una tomba a camera è stata ritrovata nella grotta di San Bonaventura, all’interno della quale si dice che San Francesco risanò il piccolo Giovanni Fidanza, che divenne successivamente noto con il nome di San Bonaventura.

Il borgo di Civita Bagnoregio, Fonte Thinkstock

All’antico abitato di Civita si poteva accedere mediante ben cinque porte. Oggi l’accesso al borgo è possibile attraverso la sola porta principale detta di Santa Maria o della Cava, che si caratterizza per essere sormontata da una coppia di leoni, rappresentati mentre artigliano due teste umane. Si tratta della raffigurazione simbolica dei tiranni sconfitti dai bagnoresi durante l’età rinascimentale.

L’episodio è riconducibile infatti all’insurrezione degli abitanti del borgo contro la casata dei Monaldeschi che imponeva loro regole amministrative ed economiche restrittive. Dopo violente ribellioni, i bagnoresi ottennero l’indipendenza, la quale però durò fino all’istituzione della Congregazione del Buon Governo (1592), con la quale ogni attività comunale fu soggetta al controllo della Chiesa.

Il borgo di Civita Bagnoregio, Fonte Thinkstock

Quasi un secolo dopo, a seguito del drammatico terremoto del 1695, Civita iniziò progressivamente a spopolarsi ed i successivi sismi contribuirono al completo isolamento del borgo. Lo sperone roccioso su cui questo fu costruito è infatti di natura tufacea, una pietra particolarmente “morbida” e lo stesso poggia su un substrato argilloso, soggetto all’erosione naturale degli agenti atmosferici. Come accennato in precedenza, la precarietà di questo territorio spinse i suoi diversi occupati, nel corso del tempo, a cercare soluzioni per arginare tale fenomeno. Purtroppo, il lento e continuo movimento della vallata ha causato con il passare dei secoli diverse frane, che inevitabilmente hanno portato al mutamento della conformazione dello sperone su cui poggia l’intero borgo.

Ad oggi solo una decina di abitanti coraggiosi e tenacemente legati all’amore per la propria terra natia, risiedono e custodiscono l’antico borgo, prendendosene cura costantemente. Ed è grazie a loro che Civita si presenta agli occhi dei numerosi turisti come un borgo dalle fattezze ancora in prevalenza medievali, a cui si può accedere attraverso l’alto e lungo ponte in cemento, costruito nel 1965, che lo collega all’entroterra.

Tra i vicoli di Civita

Si può accedere al borgo di Civita solo percorrendo l’alto ponte pedonale al costo di 1,50 euro. Prima di iniziare la camminata lungo il ponte si può scorgere una statua rappresentante una donna con un volatile posato sulla spalla, che osserva la città che lentamente muore e che saluta da lontano. Incise sulla base della scultura si trovano le parole di Bonaventura Tecchi.

Al termine del ponte si trova la grande Porta di Santa Maria che permette l’accesso ai vicoli caratteristici del paese. Percorrendoli si possono ammirare le abitazioni in pietra rossastra, la Chiesa di San Donato, che custodisce al suo interno il S.S. Crocefisso ligneo, il Palazzo Vescovile, la casa natale di San Bonaventura e la grotta a lui dedicata.

Tra le abitazioni medievali ivi presenti si possono anche trovare alcuni palazzi rinascimentali, come quelli dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni, con le tipiche case basse con balconcini e scalette esterne dette “profferli”, tipiche dell’architettura viterbese del medioevo.

Cos’altro aggiungere…? Lascio le foto ad esprimere ulteriormente la bellezza del borgo.

Il borgo di Civita Bagnoregio e la statua, Fonte Thinkstock
Il borgo di Civita Bagnoregio, la Porta di Santa Maria, Fonte Thinkstock
Il borgo di Civita Bagnoregio, la Chiesa di San Donato, Fonte Thinkstock
Il borgo di Civita Bagnoregio, Fonte Thinkstock

Come raggiungere Civita di Bagnoregio

In automobile

Da nord autostrada A1 uscita Orvieto (per Bagnoregio 18 km, circa 25 minuti).

Da sud autostrada A1 uscita Attigliano (per Bagnoregio 30 km, circa 35 minuti); percorrere la Strada Provinciale 19 Valle del Tevere e la Strada Provinciale 5 Teverina passando per Castiglione in Teverina.

Camper

I camper non possono raggiungere i parcheggi al ponte per Civita.
I camper devono essere parcheggiati in Piazzale Battaglini all’inizio del paese o direzione Viterbo prima del cimitero.

In pullman

I pullman dovranno parcheggiare a Piazzale Bersaglieri al costo di €40 al giorno, ma avranno la possibilità di fare sosta carico e scarico a Piazzale Battaglini.

Con pullman di linea

Qui è possibile consultare gli orari delle linee COTRAL, altrimenti è possibile contattare la compagnia da telefono fisso 800.174.471 e da cellulare 06.7205.7205 (dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 18). In treno

Le stazioni ferroviarie da cui si può raggiungere Bagnoregio sono Viterbo ed Orvieto, da dove si possono prendere gli autobus delle linee COTRAL.

Qui è possibile consultare gli orari delle linee COTRAL, altrimenti è possibile contattare la compagnia da telefono fisso 800.174.471 e da cellulare 06.7205.7205 (dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 18).

In aereo

Lo scalo è quello di Roma Fiumicino o Roma Ciampino
Dall’aeroporto si può raggiungere in treno la Stazione Termini e da qui, in treno si raggiunge Orvieto.

Con trasporto urbano da Civita (biglietto a bordo)

Per Civita: da Piazzale Battaglini a piazza Alberto Ricci (Parco Belvedere)
Da Civita: da piazza Alberto Ricci (Parco Belvedere) a Piazzale Battaglini
Tel. 0761.82.00.14, 0761.82.34.59

App Civita di Bagnoregio

Per ulteriori informazioni scarica l’app “Civita di Bagnoregio” completamente gratuita.

L’ app Civita di Bagnoregio è una  guida semplice e intuitiva, è stata studiata e strutturata per offrire tutte le indicazioni necessarie per godere di questi splendidi paesaggi nel massimo comfort (parcheggi, ristoranti, hotel, b&b e attività commerciali).

Formatesi presso l’Università degli Studi di Torino, dove ha conseguito la laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali e la specialistica-magistrale in Storia del Patrimonio Archeologico e Storico-Artistico, si è specializzata all’Università degli Studi di Milano diplomandosi in Beni Archeologici. Libero professionista, si occupa di archeologia informatica e virtual heritage, allestimenti museali, grafica 2d e prodotti multimediali applicati ai Beni Culturali. Collabora con diversi enti pubblici e privati nell’ambito di progetti relativi la ricerca, valorizzazione, comunicazione e promozione dei Beni Culturali. Si occupa della creazione di percorsi culturali relativi all’intera Penisola italiana e dello sviluppo di contenuti (creazione di testi e produzione fotografica) per pubblicazioni cartacee e virtuali. Tra i suoi interessi di studio si hanno lo sviluppo di nuove tecniche e mezzi di comunicazione per la valorizzazione dei Beni Culturali e l’evoluzione della simbologia del potere tra Tardoantico e Altomedioevo.

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